Lo stalking è un fenomeno inquietante che continua a manifestarsi in tutto il mondo, colpendo milioni di persone ogni anno.
Questa forma di persecuzione psicologica può includere atti come pedinamenti, chiamate indesiderate, minacce verbali o fisiche, molestie sui social media e molto altro ancora. La sua diffusione ha portato alla necessità di una maggiore attenzione da parte delle autorità e delle organizzazioni internazionali per proteggere le vittime e sensibilizzare il pubblico su questo problema.
Le vittime di Stalking nel mondo: i dati globali
A livello globale, si stima che milioni di persone siano vittime di stalking ogni anno. Un report pubblicato nel 2020 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha evidenziato che circa 1 donna su 3 nel mondo ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale nel corso della vita, e una parte significativa di queste esperienze è associata a comportamenti di stalking.
Negli Stati Uniti, il National Center for Victims of Crime (NCVC) ha rilevato che 6-7,5 milioni di persone sono vittime di stalking ogni anno, con una maggioranza di vittime di sesso femminile.
In Europa, un sondaggio dell’Agenzia per i diritti fondamentali dell’Unione Europea (FRA) del 2014 ha rivelato che circa 1 donna su 5 ha subito stalking almeno una volta nella vita.
Questo dato mostra come il fenomeno sia estremamente diffuso nel continente, con tassi più elevati nei Paesi del nord Europa come Svezia, Danimarca e Finlandia.
Un confronto con il passato: il fenomeno è in aumento?
Per capire se lo stalking è un fenomeno in crescita, è utile confrontare i dati attuali con quelli degli anni passati. Negli Stati Uniti, ad esempio, uno studio del Bureau of Justice Statistics ha rivelato che nel 2009 circa 3,3 milioni di persone hanno subito stalking, mentre nel 2020 la cifra è quasi raddoppiata, segnalando una chiara crescita del fenomeno.
In Australia, uno studio condotto nel 2012 stimava che 17% delle donne e 7% degli uomini fossero vittime di stalking. Un’analisi aggiornata al 2020 indica che queste percentuali sono rimaste relativamente stabili, ma le segnalazioni legate a stalking digitale, come molestie sui social media e tracciamenti via GPS, sono aumentate significativamente.
La crescita delle tecnologie digitali ha contribuito a un aumento delle molestie online, rendendo più facile per i perpetratori controllare e perseguitare le proprie vittime senza dover essere fisicamente vicini a loro. Questo ha portato a un’evoluzione delle tattiche di stalking e un aumento delle segnalazioni soprattutto tra i giovani adulti.
Le zone più colpite
Il fenomeno dello stalking non ha confini geografici e colpisce sia le aree urbane che rurali in tutto il mondo. Tuttavia, alcune regioni sembrano essere più colpite di altre. Nei Paesi scandinavi, come già accennato, il fenomeno dello stalking è particolarmente alto, probabilmente grazie a una maggiore consapevolezza e tassi di denuncia più elevati rispetto ad altre nazioni.
Negli Stati Uniti, i dati mostrano che le donne afroamericane e ispaniche sono più frequentemente vittime di stalking rispetto alle donne bianche non ispaniche. Anche le popolazioni indigene in Canada e Australia sono a rischio più elevato. Queste differenze potrebbero riflettere disparità sociali e accesso limitato alle risorse di sostegno per alcune comunità.
In Asia, i dati disponibili sono più frammentari, ma i pochi studi condotti in Paesi come India, Giappone e Corea del Sud suggeriscono che lo stalking è un problema emergente. In particolare, in India, un rapporto del National Crime Records Bureau ha registrato un aumento del 25% nei casi di stalking tra il 2018 e il 2021. Questo aumento è attribuibile sia a un miglioramento delle leggi contro lo stalking che a una maggiore propensione delle vittime a denunciare.
La situazione in Italia
In Italia, lo stalking è stato riconosciuto come reato nel 2009 con l’introduzione dell’articolo 612-bis nel Codice Penale. Da allora, sono stati fatti notevoli progressi nella lotta contro questo fenomeno, ma il problema resta preoccupante. Secondo i dati Istat del 2021, circa 3 milioni di donne italiane sono state vittime di stalking almeno una volta nella vita, con una prevalenza maggiore tra i giovani adulti di età compresa tra i 25 e i 34 anni.
Il numero di denunce di stalking è in crescita, in parte grazie a una maggiore consapevolezza e alla creazione di strumenti come il codice rosso, che permette alle vittime di ricevere assistenza e protezione immediata. Tuttavia, esiste ancora un alto tasso di sottodenuncia, in particolare tra le fasce più vulnerabili della popolazione.
Le regioni italiane con il maggior numero di denunce includono la Lombardia, il Lazio e la Campania, con un aumento dei casi registrati nelle zone rurali del sud Italia. Questo dato conferma una tendenza già osservata in altre nazioni: lo stalking non è un problema esclusivo delle aree urbane, ma colpisce anche le aree più isolate dove le vittime possono avere difficoltà a ottenere supporto.
Che si fà?
Lo stalking è un fenomeno globale che sembra essere in crescita, specialmente con l’avvento delle nuove tecnologie digitali che facilitano il controllo e la persecuzione delle vittime. Sebbene molti Paesi abbiano adottato leggi e politiche per combattere questo crimine, il problema resta profondamente radicato in diverse società. Le disparità geografiche e sociali giocano un ruolo importante nella distribuzione del fenomeno, con alcune comunità particolarmente vulnerabili.
In Italia, la situazione mostra segni di miglioramento grazie a interventi legislativi e a una maggiore consapevolezza del pubblico, ma resta ancora molto lavoro da fare per proteggere completamente le vittime e prevenire futuri episodi di stalking.