Diverse nuove cause legali sono state presentate contro Sean “Diddy” Combs, aggiungendosi a una serie già pesante di accuse che includono abusi sessuali, violenza e altre condotte illecite.
Le nuove cause, presentate dall’avvocato Tony Buzbee, accusano il noto produttore musicale di aver commesso gravi abusi, tra cui il presunto stupro di una ragazza di 13 anni, avvenuto durante un afterparty dei Video Music Awards del 2000.
Le accuse includono diversi episodi di presunti abusi, molti dei quali sarebbero avvenuti in contesti legati a feste private o eventi esclusivi, frequentati da celebrità. Una delle querelanti, una musicista della Carolina del Nord, ha dichiarato di essere stata drogata e poi violentata durante una festa organizzata da Combs, mentre un uomo sostiene che il produttore lo avrebbe aggredito sessualmente durante un evento promozionale per il marchio di vodka Ciroc.
Le denunce più recenti raccontano di episodi che vanno da stupri di gruppo a violenze fisiche, spesso alimentate dall’uso di droghe. Molte delle vittime sostengono di aver subito abusi dopo aver perso conoscenza, essendo state drogate durante feste organizzate da Combs, che, secondo le denunce, coinvolgevano anche altre figure del mondo dello spettacolo.
Nonostante il numero crescente di accuse, il team legale di Combs ha negato con forza tutte le responsabilità. Gli avvocati del produttore hanno dichiarato che le cause legali sono tentativi di estorcere denaro e che Combs non ha mai aggredito sessualmente nessuno.
Inoltre, si segnala l’interesse di Netflix, che ha vinto una gara per produrre una docuserie sulle accuse contro Combs. Il produttore Curtis “50 Cent” Jackson ha confermato il progetto, promettendo che gli eventuali guadagni andranno a sostegno delle vittime di aggressioni sessuali.
Nonostante le accuse, Combs continua a negare ogni responsabilità, mentre il numero di persone che lo accusano di condotta impropria continua a crescere, alimentando l’attenzione mediatica e pubblica sulla vicenda.
Per maggiori info ecco l’articolo di Forbes